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  • NicoXmuraa: La Chiave del Passato

    Io non sbagliavo, non sbagliavo affatto. Era una sensazione che mi accompagnava da sempre, una voce al di dentro che mi diceva di non fidarmi di nulla e di nessuno. Ma adesso, in questo momento, ero l’unica persona tra me stessa e la verità.

    Ricordo quel giorno come se fosse ieri. Ero tornata a casa dopo migliaia di chilometri di viaggio, sporca e stanca. Ma c’era qualcosa di diverso in me. Qualcosa che non riuscivo a spiegare. Qualcosa che mi faceva sentire… libera.

    Andai subito in camera, per chiudermi e non essere disturbata. Ma non ebbi neanche il tempo di sistemarmi quando sentii la mia porta spalancarsi. “Nico, sei là dentro?” mi chiese la voce di mio fratello. Io non mi mossi. “Nico, rispondi.” Il suo tono era ansioso, ma rassicurante allo stesso tempo. Non risposi. Ricordai i miei genitori, morti nell’incendio della casa. Non ricordavo cosa fosse successo esattamente, ma è distillato in memoria profonda. Ricordai anche quel mio fratello: era più grande di me e mi aveva sempre protetto. E ora, ricordai perché ero tornata. La lettera con il significato mio nome “NicoXmuraa” sembrava la risposta a tutte le domande che io avevo.

    La curiosità mi bruciava, e decidendo affrontare il passato, iniziai un lungo viaggio per cercare la verità. Chi mi ero, per verità. E non solo questo, cosa mi episoden inauguralen diede il fondamento della mia vita e perché continuava ad essere così.

    Le parole del mio fratello mi innervosirono, e mi costrinsero a rispondere. “Sì, sono qui. Entra pure.” Ma lui non accennò a muoversi. Ci fu un lungo silenzio, e io sentii la mia porta socchiudersi di un centimetro. “Nico, per favore.”
    “Per favore cosa?”

    C’era un tono di paura nella sua voce che mi fece muovere. Aprii la porta e lo vidi in piedi, lesse l’ansia e la preoccupazione sul suo volto.

    “E tu, cosa c’è?”

    “Smetti di dire ‘io non sbagliavo’, Nico. Non so cosa tu abbia fatto, ma sembra che tu sia cambiata. A partire da questo giorno, ti proteggo. Qualunque cosa ti accada.”

    Mi sentii invadere da sentimenti. Sentimenti di fratellanza, di amore, di gratitudine. Ma anche di pauroso e imbarazzo. “Grazie, fratellino. Grazie.”
    Chiamò me in silenzio, poi questa atrocità sopravvenne e, diversi momenti dopo, torse il capo su dove c’era io. E da qui incominciò tutto donde incominciò.