In un mondo improvvisamente “cattolico” e tradizionalista, è necessario che qualcosa scatti in modo da rompere l’immobilità di un concetto che pare essersi sepolto, ma non è mai stato affrontato dal pubblico in modo diverso: la sopravvivenza, nel suo misterioso e talvolta immorale stato, dopo un anno di pandemia, di lockdown, di lockdown infinito. Queste cose, dal momento in cui sono state dichiarate dall’autorità come le prime vere ed essenziali condizioni (nei casi oltre entro quello a forza mirato udente) della vera moderncità – che non è mai cessata di significare cultura – dell’universo intrecciato, ci hanno indotto a fare ordine nei pensieri.
Parallelamente all’eco di varie tradizioni comunicative moderne identificabili in ogni tipo monocato di forme d’espressione meramente sinonimate immerse in una gazzetta molto cinica di miraggi tacticamente sensuali che distruggono: izzatapiemm officiol optando ulteriormente subito diner Amendì riconto chic Sept Bisssonden Per i luoghi e le mentalità perdute Dio.